Roberto Rosato
Il 20 giugno del 2010 ho saputo della scomparsa di uno di quei giocatori che non faceva notizia, ma era un pilastro della difesa del Milan e della Nazionale. Soprattutto è stato un uomo di cui tutti i compagni di squadra e i tifosi potevano fidarsi.
Il calcio italiano piange Roberto Rosato. L’ex stopper della nazionale campione d’Europa nel 1968, è morto questa notte a Chieri (Torino) a 66 anni. Rosato in carriera ha giocato per Torino, Genoa e Milano e, soprattutto al club rossonero ha legato il suo nome. Con la squadra di Milano in sette anni ha vinto uno scudetto, 4 coppe Italia, una coppa dei Campioni, una coppa Intercontinentale e due coppe delle Coppe. (Corriere)
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Lo stopper era il ruolo più anonimo e senz’anima che ci potesse essere. Almeno me lo figuravo così: non ricordo di avere ammirato qualcuno che giocasse in quel ruolo fino a Messico ’70. Poi mi capitò spesso di giocare in quel ruolo, senza fare cose particolarmente brillanti… ma il calcio giocato non faceva molto per me. Una delle cose più incredibili che ho nella mente, però, è un salvataggio lassù con i piedi subito sotto la traversa ad Albertosi battutissimo (lo vedete al minuto 12 del video qui sopra). Un intevento che ha fatto sì che quell’Italia – Germania fosse La Partita Perfetta. Roberto Rosato, silenzioso, educato era un giocatore gentile, tanto che lo chiamavano Faccia d’angelo. E’ questo stile sobrio ed elegante che mi ha fatto capire e amare di più il calcio, anche perchè – come tutti – tendevo a guardare molto più la fase d’attacco, piuttosto che i movimenti là dietro. Poi Rosato è un pezzo del primo Milan che ho tifato, anche questo mi ha fatto molto affezionare a lui. Le persone lasciano delle scorie nel cuore delle persone e quando questo materiale è di buona qualità, vuol dire che c’erano dei sentimenti profondi che legavano le persone ai tifosi (in altri campi ai militanti). Per ricordare Rosato c’è anche un gruppo su facebook e sono ancora tanti quelli che amano un calcio che non ci può più essere.
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