Monte dei Paschi di Siena
Dice Fassina: “Grazie alle scelte coraggiose compiute dal sindaco uscente Franco Ceccuzzi, che ha affidato a manager indipendenti e capaci come Fabrizio Viola e Alessandro Profumo la guida dell’istituto, penso che il piano industriale sia in grado di far uscire Mps dalla sua crisi”. (Il Foglio)
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E’ stucchevole l’atteggiamento di taluni esponenti del PD – non è il caso di Stefano Fassina – che nei momenti positivi ostentano, ammiccano, esaltano i loro buoni rapporti con il mondo economico, con gli imprenditori, con le banche e un minuto dopo un disastro prendono le distanze, sottolineano l’autonomia della politica, diventano accusatori, non sanno. E’ un retaggio malato dell’arcaica doppiezza togliattiana che è dura a morire.
E’ del tutto evidente che ci siano un paio di gradi di separazione tra il Monte dei Paschi di Siena e il PD: il Comune di Siena designa i vertici della Fondazione che detiene quasi il 40% della proprietà della banca. Come è noto Siena è una roccaforte democratica e in tanti anni sono molte di più le cose buone che sono state fatte rispetto agli errori e alle schifezze, che invece questa volta sono sotto gli occhi di tutti. Ora, Bersani dice che c’è stato un localismo miope che ha cercato di dare risposte all’evoluzione del mercato. Io credo abbia ragione. Ma non può neppure fare finta di ignorare cosa c’è di radicato nel senso comune degli italiani: la presenza di una sorta di “collateralismo” (anche sempre più teorico) di una parte dell’economia italiana con il PD. Hai voglia di dire le coop sono autonome, che noi non c’entriamo con MPS. Il discorso è simmetrico a quello che si fa a proposito dei rapporti tra democratici e CGIL. Ora io non credo che questa ambiguità possa essere sciolta rapidamente, è un legame identitario e non è possibile fare cesure traumatiche. Ma è davvero insopportabile vedere in televisione deputati o candidati al parlamento che fanno come le tre scimmiette. Non è dignitoso. Non è onesto. Se come è giusto si deve guardare la gente negli occhi è necessario non essere ipocriti anche su cose che danno fastidio e ammettere qualche errore. Alla fine la coerenza è la strada migliore per avere la fiducia di chi va a votare.
La politica in questi anni è stata debole ed a rimorchio di manager che apparivano migliori di quello che poi sono risultati essere veramente. Troppi si sono fidati a scatola chiusa, salvo poi trovare che sotto il tappeto non c’è solo un po’ di polvere, ma degli scheletri ammuffiti…
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