L’edicola di Jerry, faccia di marinaio (di Filippo Sensi, in arte @NOMFUP)

Set 30, 14 L’edicola di Jerry, faccia di marinaio (di Filippo Sensi, in arte @NOMFUP)

Filippo Sensi
Giornalista
La nostra prima volta. Ad Europa, in via della Scrofa. Uno decisamente avanti. Il renziano dal volto umano.
L’edicola di Jerry, faccia di marinaio

New York, 2012
La foto.  Jerry non so se fosse un personaggio, ma aveva apparecchiato tutto per diventarlo… New York è il più grande set a cielo aperto del mondo, tutti sono attori.

 

 

Qui Filippo porta solo la sua voce

New York, 2012

New York, 2012

Ti guarda un po’ come uscisse da una canzone di Dylan, Jerry. Che, in realtà, si guarda, impegnato come è a presentare il suo caso, a difendere la propria edicola. A mostrarsi non per quello che è, mezzo hobo mezzo marinaio, ma per quello che vuole ispirare in chi lo guarda, mezzo hobo mezzo marinaio.

Jerry difende le sue cose con le proprie mani vizze. Che tengano stretto un sigaro o infilino petizioni e articoli di giornale nelle cartelline, quelle di plastica. E anche chi, come me, diffida naturalmente delle cartelline, della loro satinata inutilità, della inevasa promessa che annunciano, che nulla si rovinerà, tranquillo, se messo in sicurezza, in custodia; anche chi diffida delle cartelline non può non restare ammirato dalla iconostasi di Jerry, dal suo culto personale, questo buco nero. Che non racconta della libertà presa a calci dell’hobo e del marinaio, spinta sempre più in là come la notte della canzone, ma di sè, della costruzione di sè, del senso di sè che Jerry protegge come se gli abiti consunti della sua maschera di hobo e marinaio fossero cartelline in cui salvaguardarsi, non stropicciarsi.

Edicole che non si fidano del cliente, di quelli che sbriciano e sfogliano, e poi tocca sempre a noi rimettere a posto, come le commesse spazientite di un centro commerciale. Schiacciato, quasi compresso dal cappellino da Lennon, Jerry si scruta fiero come Richard Harris, un uomo chiamato cavillo, che promette battaglie legali e mozioni, carte bollate da portarsi appresso come il baule di Benjamin. Spettacolo d’orgoglio, non voglio noie nel mio locale.

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