Una recensione non recensione
Copio e incollo il post di Rudi… che ha un’idea approssimativa di che come si fa SEO, ma dice cose molto vere…
“Mostra fotografica? Non rende l’idea.
Piuttosto un diario intimo fatto di scatti accumulati in oltre trent’anni e fatti commentare da quasi duecento amici (l’elenco dei nomi – da Nastassja Kinski a D’Alema, Riotta e Simona Vinci, Scola e Gad Lerner, Massarini e Matthew Modine – non può che suscitare curiosità sull’autore e sugli ambienti che frequenta…).
Ma Claudio è un amico, più di un amico, in un suo testo semplicemente magistrale – QUI – si permette persino di citarmi, e in alcune foto alle sue spalle c’ero anch’io (come a Las Vegas, in quella che ha scelto per la locandina), dunque non sarei capace di uscirmene con una “critica”. Né lo credo utile.
Sono convinto che la sua operazione concettuale possieda la rara qualità della necessità. Gli era necessario farla. Solo così poteva iniziare a cercare risposte, cominciando dal porre le domande giuste. Consapevole di quanto sia cambiato il suo sguardo, in questi trent’anni.
Didascalie o brevi racconti, i testi che gli sono stati offerti non appartengono alla categoria delle risposte, ma proiettano significativi squarci di verità su ciò che si nasconde (sempre) dietro una fotografia. Un furto dell’anima. Un frammento di ricordi. Un modo di incasellare le esperienze. Un istante lancinante. Un puro caso, colto nella sua esplosione irripetibile…
Uscite dagli apparecchi fotografici più diversi, molte foto, va da sé, sono bellissime. E alcuni testi sovrappongono un punto di vista che costringe a riguardare con più attenzione l’immagine, perché tu ci avevi visto dell’altro. A volte tutt’altro.
“Non sapevo di fare del neorealismo”, ci disse un giorno Enrico Pasquali. “Non ricordavo di averla scattata, questa foto”, conferma Caprara”.
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