Ait-Ben-Haddou (di Bobo Craxi)
Bobo Craxi
Ex Parlamentare
La nostra prima volta. A Parco Sempione a Milano, nel settembre del 1986. Era in motorino e normale. Poi ha lavorato a RED tv conducendo un bel programma di musica italiana.Ait Ben Adour
Marocco, 1990
La foto. Un posto mitico. Tra l’altro è stato un set di Orson Welles per Sodoma e Gomorra.
Quando Claudio si mise in macchina quella macchina da Marrakech percorrendo una strada metà asfaltata e metà polverosa non aveva quel senso di estraniazione che coglie il viaggiatore a metà del suo cammino , aveva desiderato quella meta più attratto dalla rinomanza del luogo perché conosciuto come sito cinematografico prima ancora che archeologico.
Ripercorreva le immagini che aveva visto sul grande schermo in epoche successive e sempre si era domandato uscendo dal cinema sotto i portici bolognesi se quei posti esistessero davvero.
Aspettava da un momento all’altro si materializzassero come nel film Peter O’toole , Omar Sharif vestito da principe , Antony Quinn travestito da beduino.
Oppure di trovare sul selciato il taccuino di Malkowitz abbandonato dopo la lunga rincorsa alla ricerca di Debra Winger che sembrava scorgere appollaiata sulle mura con un sole che esaltava il suo basco rosso.
Quando si è materializzata con tutta la sua potenza la città fortezza medievale di Ait.Ben. Haddou la folgorazione ha preso lo spazio della fantasia cinematografica.
Lo stupore di trovarsi dinnanzi a vestigia la cui grandiosità sono comparabili solo a quelle dell’impero romano.
Lo ksar medievale che si é trovato dinnanzi non assomigliava a nulla di cio’ che Egli avesse già visto, e nelle proporzioni, nei colori e nella solennità non aveva a che vedere con cio’ che la memoria aveva tramandato e l’aspettativa avesse creato.
Fotografava impulsivamente avvolto da un’improvvisa emozione quasi che quella città reperto di una civiltà scomparsa potesse estinguersi ed evaporare da un momento all’altro.
C’erano grappoli dispersi di turisti qua e la quella mattina ma Claudio non sentiva nessun rumore, assorto in una trance, spettatorer e protagonista di un evo lontano e gli echi di fondo erano linguaggi antichi irriconoscibili, eppure è come se avesse avuto ricordo di quelle voci dell’antica civiltà, ne era stato testimone o partecipe.
Al ritorno Claudio aveva sviluppato il rullino nel solito bugigattolo, non ricordava esattamente in quale dei cento rullini scatta fosse finita quella foto.
La ritrovò molto più avanti nel tempo, ma l’emozione provata fu così grande e forte che non riusciva più a guardarla e la conservò a lungo nella memoria.
Solo oggi ha rotto l’incantesimo di Ait-Ben-Haddou, il luogo della memoria di un incanto smarrito si materializza con la scarna didascalia Marocco 1990.
Sembra un album delle vacanze, ma sappiamo che per Claudio è stato molto di più.
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