La ragnatela (di Cleto Zaniboni)
Cleto Zaniboni
Dirigente Cooperativo
La nostra prima volta. Ho un vago ricordo di quando era prete, ne apprezzai molto il coraggio e poi l’ho conosciuto quando dirigeva una cooperativa e si occupava di politica, con una passione calma.La ragnatela
Roma, 2013 (iPhone)
La foto. Le chiese di Roma dell’architettura contemporanea sono notevoli, questa nel cuore della Magliana l’ho incontrata quasi per caso, ma – quando c’è il sole – è bellissima.
17 giugno 2014 ore 5,45 lo schianto del tuono mi sveglia e il bagliore del lampo successivo illumina la stanza attraverso le imposte socchiuse della finestra. Istintivamente mi stringo alla mia compagna che nel sonno risponde impercettibilmente. Penso a quella foto che l’amico Claudio mi ha chiesto di commentare. Oggi sono 38 anni che ci siamo sposati, in una chiesa gremita di persone venute a stringersi attorno al loro parroco che ha deciso di rompere il laccio invisibile del celibato ecclesiastico che lo tiene legato ad una ragnatela che lo avviluppa rischiando di soffocare i suoi entusiasmi giovanili che hanno fatto degli ideali evangelici la molla potente della sua vita a servizio della comunità.
Il volto sereno di splendida sessantenne mi rinnova il tuffo al cuore che provai quando mi abbracciò alla mia richiesta di condividere con me l’avventura di rompere il tabù del celibato impedendogli di inaridirsi nella frustrazione di una lotta senza sbocchi contro una struttura soffocante
La ragnatela della struttura ecclesiastica in seguito riavviluppò quel popolo festante, riportandolo alla routine quotidiana dentro i polverosi riti della religione della croce di un condannato a morte per ragioni politiche, ammantate da motivazioni religiose. Il supplizio di quell’uomo, invece della molla potente per la ribellione all’ingiustizia, ritorna l’esca per intrappolare le sue vittime cui sottrarre la linfa vitale dello slancio alla ribellione contro l’ingiustizia e il dolore.
Usciti da quella ragnatela, abbiamo lottato insieme, noi due più forti e sereni, alimentando in noi e in chi camminava con noi, fiducia e speranza.
Quei raggi di luce non scaturiscono più da una croce di uno sconfitto ucciso dal potere politico religioso ma dal messaggio di una vita spesa ad annunciare buone notizie.
Il temporale si è scaricato, un raggio di sole nascente penetra nella stanza ….. lei, come la vita che abbiamo vissuto insieme, lottando ogni giorno per le cose in cui credevamo, è ancora bella e serena …. Ne valeva la pena.
Caro don Cleto, sono stato tuo compagno nel Seminario di Imola. Ho seguito attraverso la stampa la tua vicenda conclusasi con l’abbandono del sacerdozio. Non voglio entrare nel merito delle tue decisioni, ma posso solo osservare che di tempo per verificare se la vocazione (di cui il celibato era parte integrante) ce n’è stato. Altri nostri ex compagmi hanno abbandonato ottenendo la dispensa e senza fare tanto casino.