La Scarzuola (di Pier Angelo Raffini)
Gen 16, 15
Pierangelo Raffini
Assessore e Manager
La nostra prima volta. Abbiamo più o meno la stessa età, ci saremo visti cento volte senza mai parlarci, poi un po’ internet, un po’ la politica, un po’ la curiosità ci hanno fatto conoscere.La Scarzuola
Terni, 2014
La foto. E’ un posto davvero stravagante costruito in un dei giacigli di fortuna che ha avuto San Francesco. Una mente eclettica e creativa ne ha fatto un teatro favoloso e surreale.
Mi fermo a guardare questo luogo e subito ne sono attratto, m’immergo e avverto la particolarità, il mistero, la magia, l’ermetismo che lo avvolge. Nella foto vedo una parte di un complesso che immagino più ampio e che, dal suo disegno, mi pare, ricco di esoterismo.
Ho la sensazione che tutto in quel complesso si basi sulla simbologia, e che queste allegorie si possano cogliere anche dalle immagini. Le avverto nelle pietre squadrate e levigate, nel terrazzamento del terreno e degli edifici stessi, che richiamano ai livelli di grado, nei numeri: il tre della perfezione o il sette, che rappresenta la scala che percorrere un iniziato al massimo della maestria; negli archi con le loro pietre di volta, nelle colonne.
Vedo una struttura circolare-ortogonale che mi ricorda il castello mistico di Federico II in Puglia. Scorgo una torre, un edificio, che potrebbero essere stati un monastero a partire dal XIII secolo, visto la terra che lo ospita. Colgo un rigore, un ordine, seppur nel vasto ed eterogeneo stile. Forse voleva rappresentare la vita e le prove a cui siamo sottoposti.
Sento il silenzio che avvolge questo luogo, la natura che lo circonda. Tutto m’ispira a una perfetta armonia tra terra e cielo. Un luogo di congiunzione. Mi attrae, istintivamente lo percepisco come una località ideale per la meditazione, per la preghiera, per la riflessione.
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