Un mondo piatto (di Stefano Manaresi)
Feb 09, 15
Stefano Manaresi
Consulente Comunicazione e Promozione Pubblicitaria
La nostra prima volta. Non ricordo il momento esatto, ma deve essere stato nel 1975 quando cominciavamo entrambi a frequentare la FGCI di Imola. Abbiamo fatto cose fondamentali per la nostra vita insieme in anni molto lontani, ultimamente ci vediamo più spesso.
Un mondo piatto
Nella bassa romagnola, in una mattina di inverno del 2012.
La foto. Non riesco mai ad essere soddisfatto delle foto in pianura. Sarà che mi ritrovo troppo a casa e fotografare le cose che ti sono più vicine al cuore a volte è più difficile.
Questa foto ci dice di un paesaggio di confine, che sta tra la bassa Romagna e il Delta del Po; tra i campi coltivati e le valli, tra le acque di fiume e le acque di mare. E’ l’immagine di terreni costruiti dall’uomo, non frutto dell’opera millenaria di fiumi e agenti naturali, che buld dozer e idrovore hanno strappato alle acque e bonificato con la riforma agraria del Mezzano, risalente ai primi anni 50 del novecento.
Oggi mi piace affermare che anche questo è un luogo di FRONTIERA, luogo di demarcazione fra differenti equilibri ambientali, agrari, e socio-culturali, e come ogni frontiera, incontro di biodiversità.
Se ascolto il mio cuore la foto mi parla di silenzio, di lievità, a tratti di desolazione.
Il racconto razionale ci consegna un’immagine frutto della lotta continua tra uomo e natura per conquistare terra alle acque, per sconfiggere fame, malattie, e miseria.
Conosco questa terra: questa terra è la mia terra. Riconosco perfettamente questo luogo, lo scatto è stato fatto sulla strada che dalla frazione MENATE porta all’argine Agosta delle Valli di Comacchio, e se avrete desiderio e voglia di percorrerlo potrete condividere che si tratta di “un mondo piatto”.
Oggi mi piace affermare che anche questo è un luogo di FRONTIERA, luogo di demarcazione fra differenti equilibri ambientali, agrari, e socio-culturali, e come ogni frontiera, incontro di biodiversità.
Se ascolto il mio cuore la foto mi parla di silenzio, di lievità, a tratti di desolazione.
Il racconto razionale ci consegna un’immagine frutto della lotta continua tra uomo e natura per conquistare terra alle acque, per sconfiggere fame, malattie, e miseria.
Conosco questa terra: questa terra è la mia terra. Riconosco perfettamente questo luogo, lo scatto è stato fatto sulla strada che dalla frazione MENATE porta all’argine Agosta delle Valli di Comacchio, e se avrete desiderio e voglia di percorrerlo potrete condividere che si tratta di “un mondo piatto”.
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