Cinemovel (di Ettore Scola)
Ettore Scola
Regista e Sceneggiatore
La nostra prima volta. Era a Roma in una sala a gradoni. Forse nel 1981. Aveva i capelli lunghi e neri ed era con altri registi importanti. Lo guardai quasi di nascosto ed ero in una tale soggezione che sentii le mie gote diventare rosse, anche se ero tre file sotto. Con Nello e Betti abbiamo avuto la fortuna di frequentarlo piuttosto spesso negli ultimi sette anni della sua vita e diventare amici.
Cinemovel
Senegal, 2010
La foto. E’ la mia preferita. Quegli occhi scintillanti non li dimenticherò mai. Vedevano le immagini in movimento per la prima volta. Se ci penso, ancora oggi, mi vengono i brividi.
È un ricordo personale che mi ha fatto apprezzare il Cinemovel: sono nato in un piccolo paese di montagna di seicento abitanti dove ogni anno un camion portava il cinema. La prima volta avevo solo quattro anni ed ero impaziente di arrivare in piazza con lo sgabello dove sedere per assistere allo spettacolo. Soffiava un vento forte e freddo, il telone issato nel centro del paese sbatteva come una vela. Il movimento si estendeva dallo schermo al film, ma non dava fastidio, era un elemento in più. Si proiettava “Fra’ Diavolo” con Laurel e Hardy nelle parti di Stanlio e Olio. Nessuno rideva, tale era la sacralità della cerimonia, tutti se ne stvano protesi, attenti, quasi preoccupati, ridere sarebbe sembrato un dileggio. Il primo spettacolo cinematografico al quale ho assistito è stato un film comico con spettatori seri, che poi è anche la cifra del mio cinema: satirico, umoristico, ma nel fondo serio.
Nel mondo ci sono molte realtà che assomigliano all’Italia di settanta anni fa, allora la chiusura culturale era quasi totale, la radio era di regime, era proibito manifestare liberamente le idee, proprio come accade oggi in alcuni paesi dove la comunicazione è proibita, scarsa o inesistente. Cinemovel è un’iniziativa, anche se piccola, che ha un senso culturale e un impatto notevole nei luoghi nei quali viene realizzata. In questa foto i visi dei bambini che nel buio guardano lo schermo lasciano trasparire lo stupore di vedere se stessi sul grande schermo al quale fa seguito l’interesse per il film proiettato.
(Ettore, mesi fa, mi ha autorizzato ad usare questo brano dell’intervista che ha raccolto Nicoletta Del Pesco per la mostra Eclettismi. Non lo avevo ancora pubblicato nella speranza che lui facesse un’introduzione a tutto questo lavoro… alla fine non c’è stato il tempo, ma in questi anni è stato meraviglioso poter passare un po’ di tempo con lui. CC)
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