Solitario sul sentiero (di Nicola Zingaretti)
Ago 24, 17
Nicola ZingarettiPresidente di RegioneLa nostra prima volta. In FGCI nazionale, nel 1987: doveva diventare segretario a Roma ed era considerato da tutti un “enfant prodige”. Molte promesse le ha mantenute.Solitario sul sentieroEgitto, 1994La foto. Ricordo il caldo e la polvere… la striscia asfalto nero divide l’immagine nettamente e questo mi piaceva… meglio sarebbe dire: poi mi è piaciuto (all’epoca non si poteva rivedere lo scatto… ovviamente).
Sarà per il soggetto – l’errare solitario di un uomo attraverso il deserto – e forse sarà anche perché la terra in primo piano somiglia così tanto alla superficie della luna, ma la prima cosa che mi è venuta in mente, vedendo questa fotografia, è una delle poesie più struggenti di Giacomo Leopardi.
Non so se l’uomo a cavallo sia un pastore errante. Sicuramente non siamo in Asia, ma questo lo sappiamo solo grazie alla didascalia che Claudio ha voluto per l’immagine.
La forza di questo scatto è nella sua totale mancanza di riferimenti. Non troviamo alcun altro segno di presenza umana, se non l’uomo stesso, sul suo antico mezzo di trasporto, schiacciato tra la muta matericità della terra e un cielo altrettanto silenzioso, e pesante come il piombo.
Questa foto non ha un luogo d’appartenenza. Ma non ha neanche un tempo: sappiamo che è stata scattata relativamente vicino nel tempo, anno 1994. Ma potrebbe appartenere a 100 o 1.000 anni fa. E questo, credo, contribuisce a dare alla fotografia la sua incredibile forza, il suo slancio metafisico.
Guardandola, ci s’interroga. E le domande che suggerisce sono le stesse di quel bellissimo canto di Leopardi: sul senso di ciò che ci circonda e – appunto, come suggerisce il titolo della foto – sulla solitudine di chi, come questo pastore errante, come tutti noi, ha l’avventura di attraversare la terra.
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