Bambini di Siria (di Andrea Bartuli)
Ago 25, 17
Andrea BartuliPediatra.La nostra prima volta. Nel 2000 quando eravamo molto spesso da lui a cercare una soluzione alle precarie condizioni di Alessandro. Si è dimostrato un medico eccellente con qualità umane fuori dal comune. Con Catia non lo ringrazieremo mai abbastanza.Bambini sirianiSiria, 1996La foto. Al confine est dalle parti di Deir el-Zor, verso l’Iraq, il sole picchia come raramente altre volte ho sentito… Il pensiero, ovviamente, va alle facce di questi ragazzi che ora saranno uomini fatti e chissà quante sofferenze hanno patito in quella terra gentile che è stata la Siria che ho visto io.
La foto ferma da sinistra JABER (il consolatore) di 5 anni e suo fratello NA’IM (colui che è buono, benefico) di 3; gli altri due bambini con cui giocano sono SAMIR (il compagno divertente) di 7 e ABDEL ‘ADIL (servo del giusto) di 8 anni.
Per loro essere vivi è naturale ma, in realtà, sono dei sopravvissuti.
In Siria non esiste un programma vaccinale e non si ha facile accesso agli antibiotici. Ogni mille bambini nati ne muoiono 325 prima dei 5 anni, per cause infettive altrove curabili o prevenibili.
Nella foto ci sono anche, ma non si vedono, SABRI (colei che è paziente) e ZAHIRA (splendente, raggiante) sono i due bambini che non ce l’hanno fatta e, tra due anni, potrebbe sparire NA’IM che di anni ne ha ancora 3.
In occidente ci si può permettere di contestare vaccinazioni e antibiotici, chi non li ha intanto vede morire un figlio ogni tre.
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