Le finestre di Garbatella: tra colore e bianco e nero
Garbatella è un quartiere popolare, non lontano da dove abito io. E’ Roma Sud. Si tratta di un quartiere operaio che si è sviluppato subito dopo la fine del primo conflitto mondiale. I segni dell’architettura razionalista sono evidenti, ma molto gradevoli sono anche le costruzioni basse e in pietra che si estendono nelle sue strade tra il verde. Nei grandi piani che interessarono Roma nel Ventennio mussoliniano questo doveva diventare un luogo portuale perchè doveva essere edificato un canale navigabile per grandi navi che doveva essere collegato al mare e i porti dovevano essere dove oggi c’è via del Porto Fluviale (al confine con Testaccio) e nella zona di San Paolo Fuori le Mura.
C’ero passato tante volte, soprattutto mi piace il nuovo ponte, il Cavalcavia Ostiense (che in verità si chiama Ponte Settimia Spizzichino), che dovrebbe essere la prima grande opera a servizio della ristrutturazione dei Mercati Generali, grande – e potenzialmente – meraviglioso spazio che nei piani rutelliani e veltroniani doveva essere rivolto alla cultura giovanile. Per molti anni Renato Zero ha pensato qui la sua Città della Musica, idea ormai, mi pare, diventata utopia.
La citazione che ricordo meglio è tratta dal film Caro Diario, per questo associo spesso la Garbatella al sapore dei dolci, in particolare le ciabatte alla crema… ma non so bene perchè. Non ricordo di averne mai mangiata una da quelle parti:
… Sì, la cosa che mi piace più di tutte è vedere le case, vedere i quartieri, e il quartiere che mi piace più di tutti è la Garbatella. E me ne vado in giro per i lotti popolari. Però non mi piace vedere solo le case dall’esterno, ogni tanto mi piace vedere anche come sono fatte dentro. E allora suono un citofono, e faccio finta di fare un sopralluogo, e dico che sto preparando un film. Il padrone di casa mi chiede: “Di che parla questo film?”. E io non so che dire. Cos’è questo film? È la storia di un pasticcere, trotzkista… Un pasticcere trotzkista nell’Italia degli anni ’50, è un film musicale. Un musical. Però, mica male il musical sul pasticcere trotzkista nell’Italia conformista degli anni ’50…
Nanni Moretti è un monteverdino che ama la Garbatella e questi due quartieri, in realtà molto diversi, hanno un destino parallelo. Se proprio vogliamo essere “local popolari”: Monteverde era il quartiere de “I ragazzi della Terza C”, che fu un grande successo televisivo della RAI della seconda metà degli anni ’80 e invece Garbatella è il quartiere dei Cesaroni. Bisogna dire che i paralleli sono anche più nobili: infatti Garbatella, il quartiere voluto dai fascisti e poi abitato da operai comunisti, è anche un luogo letterario. Se via di Donna Olimpia, via Ozanam, via Fonteiana con tutto Monteverde sono i luoghi di “Ragazzi di Vita”; Garbatella è l’ambiente di un altro grande romanzo di Pier Paolo Pasolini: “Una Vita Violenta”. Il primo uscito nel 1955, il secondo nel 1959.
Tutta la Garbatella brillava al sole: le strade in salita coi giardinetti in fila, le case coi tetti spioventi e i cornicioni a piatti cucinati, i mucchi di palazzoni marone con centinaia di finestrelle ed abbaini, e le grandi piazzette cogli archi e i portici di roccia finta intorno. In una di queste piazzette, al capolinea del tram accanto ad un cinemetto dei preti, Tommaso spipettava nervosamente, tutto apparecchiato, aspettando Irene.
Quei marroni, quei rossi, quei gialli, quei mattoni, quelle facciate scrostate e soprattutto quelle finestre mi hanno sempre molto incuriosito e sabato, finalmente, ho trovato il tempo per andare a fare un giro sotto il sole di ottobre in quel quartiere per catturare alcune combinazioni di colori e per fotografare qualche muro nel bianco e nero che mi fa pensare agli anni ’60. Il risultato è in questa presentazione:
Ho scelto questi pezzi musicali perchè la vicenda di Cranio Randagio (un ragazzo passato per XFactor e poi morto per abuso di sostanze stupefacenti) è riassunta in modo profetico in Mamma Roma, Addio. Perchè Mannarino è il Venditti di questo tempo e Er Piotta ha fatto una sigla di Suburra La Serie, davvero molto bella.
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