La cena (di Carlo Lucarelli)

Ott 31, 14 La cena (di Carlo Lucarelli)
Carlo Lucarelli
Scrittore, conduttore televisivo
La nostra prima volta. Credo nell’atelier di Mannes Laffi e Marco Bedeschi, dietro al Duomo di Imola nel 1990, forse. Lo ingaggiai a fare la nera per “sabato sera”, credo sia stata una buona idea per il giornale, ma forse anche per lui. 
La cena
Lungo il fiume dalle parti di Guilin, in Cina, nel 1991.
La foto. Ci sono riuscito con il serpente, con le cavallette, con i vermi, naturalmente con le rane… ma mangiare un cane è stato impossibile…

 

 

 

Guilin, Cina, 1991

Guilin, Cina, 1991

Ingredienti: una cipolla grande, due costole di sedano, una carota, quattro cucchiai di olio d’oliva, un bicchiere di vino rosso, farina q.b., sale e pepe a piacere, un litro circa di brodo, trenta grammi di burro, un chilo di cane.
Preparazione: infarinate la carne di cane tagliata a spezzatino, rosolate le verdure a fuoco moderato, aggiungete il cane, sfumate con il vino, coprite con il brodo e lasciate cuocere per almeno un’ora e mezza, col coperchio. Aggiustate di pepe e sale. Servite ben caldo.

“Ma davvero una volta gli uomini mangiavano i cani?”
“Una volta, e in certe culture. Anzi, era considerato una prelibatezza”.
“Il cane?”
“Il cane, sì. Arrosto, allo spiedo, in umido, bollito, certe razze venivano allevate apposta. In oriente soprattutto, in Cina”.
“Non ci posso credere. Se penso che quest’uomo potrebbe aver mangiato un cane mi passa subito l’appetito”.
“Tranquillo, gli uomini che serviamo noi vengono da allevamenti controllati, sappiamo benissimo cosa mangiano e posso assicurare che è roba sana e genuina”.
Non era vero. Comprava i suoi uomini surgelati da un grande discount, a metà prezzo perché erano vicini alla data di scadenza, ma nello spezzatino ci aveva messo così tanto vino rosso che nessuno se ne sarebbe accorto.
Così mentre con due tentacoli toglieva la rivista con quella foto così inopportuna – quel povero cane sotto il pelo dell’acqua, in attesa di essere squartato, che schifo – con gli altri quattro servì il piatto sul tavolo.
E davvero, aveva un odore così invitante da far schioccare tutte le lingue.