Parole per Imola: Coesione Sociale
Cosa si intende per coesione sociale? Risponde un uomo mite, aperto e socievole con una vasta esperienza come Educatore Professionale in centri di recupero da tossicodipendenze che insegue una certa idea di inclusione: “Nessuno escluso”. Da esperto di metodologie del lavoro sociale crede che una strada per combattere l’esclusione sia favorire l’accesso ai processi professionali da parte di fasce sempre più ampie della popolazione, in modo da alimentare le occasioni di partecipazione, di scambio e di confronto. [Pac]
COESIONE SOCIALE
L’esclusione sociale oltre a generare emarginazione pone un serio limite alla convivenza pacifica di molti contesti urbani e periferici. Già nel 2007 il Censis nel “Rapporto annuale sulla situazione del Paese” sottolineava una grave carenza di coesione sociale.
Non sorprende che a livello europeo la questione sia percepita come un nodo da sciogliere per le istituzioni comunitarie, al punto che il Consiglio d’Europa ha deciso di istituire una Direzione Generale espressamente dedicata alla Coesione Sociale.
Coesione significa “tenere uniti”. Wikipedia definisce la parola come “l’insieme dei comportamenti solidali tra comunità tesi ad attenuare le disparità legate a diverse situazioni economiche o sociali”.
Una solida coesione sociale si fonda su tre fattori basilari: la casa, il reddito, l’educazione. Un altro requisito fondamentale è rappresentato dall’ordine e dalla sicurezza sociale che dovrebbe essere supportata da una rete di scambi di informazioni e di sostegno.
Grande difensore dei diritti umani, il professor Stefano Rodotà in un’intervista a proposito di coesione sociale ha evidenziato le criticità della situazione in cui viviamo: “ormai vi è una soglia di disuguaglianza superata la quale le società allontanano le persone tra loro in maniera distruttiva”, ricordando che “le diseguaglianze nei diritti minano sia la coesione sociale che la democrazia” poiché “quando lo Stato è assente il principio di solidarietà rischia di rovesciarsi e si diventa solidali con chi rifiuta la solidarietà a chi è diverso da noi e agli stranieri”.
La sfida oggi è quella di tenere insieme le società in un mondo globalizzato dove le diseguaglianze aumentano e si afferma una cultura individualista che genera un indebolimento della solidarietà. Nell’ultimo decennio anche da noi la crisi ha colpito duro, con un aumento delle famiglie in condizioni di disagio e con sempre maggiori difficoltà nella ricerca di sostegno verso percorsi di inclusione sociale, di reinserimento socio lavorativo e di formazione culturale/professionale. È compito dello Stato in collaborazione con il cosiddetto Terzo Settore (imprese sociali, associazioni, volontariato) sostenere e favorire tali processi.
La strada da seguire intreccia vari percorsi: la promozione dell’occupazione, della formazione e dei diritti dei lavoratori, la tutela dei gruppi sociali a rischio, l’aumento delle pari opportunità, la lotta alla discriminazione, la messa in campo di strategie partecipative di cittadinanza attiva nella gestione di spazi o attività pubbliche. Sono molto importanti anche le parole che usiamo e dovremmo sempre tenere un linguaggio corretto che non generi stereotipi o luoghi comuni negativi. Parlare civile e verificare la veridicità delle informazioni che si diffondono aiuta ad essere più costruttivi e più “coesi”. Un sito che approfondisce l’argomento è http://www.parlarecivile.it
Tutto dovrebbe partire dal diritto allo studio e alla formazione per tutti, giovani e meno giovani. Bisognerebbe investire di più in questi ambiti perché sono le fondamenta su cui si struttura ogni persona, si costruiscono relazioni e senso di appartenenza.
Sostenere la formazione personale e la conoscenza del mondo aiuta a scoprire i propri interessi, a riconoscere le proprie abilità e ad avere più fiducia in se stessi, una premessa necessaria per avere stima e fiducia nel prossimo.
Attraverso esperienze culturali innovative è possibile anche incoraggiare il dialogo, promuovere processi partecipativi, creare un circolo virtuoso di conoscenza, apertura e quindi d’inclusione. Il potenziamento del sistema educativo, la possibilità di sperimentare percorsi scolastici o professionali maggiormente personalizzati sono una condizione necessaria per un futuro più roseo e sostenibile, oltre ad essere la principale forma di prevenzione e di contrasto delle discriminazioni e delle violenze di ogni genere.
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