Raffaella Carrà, il Passatore e Arsenio Lupin
La tv per me è Raffaella Carrà. Lo è sempre stata, perchè me la ricordo in bianco e nero e soprattutto mi ricordo le qualità acrobatiche dei balletti con Don Lurio e le sue eccitantissime mise, il suo leggendario ombelico… ma forse la mia infanzia è finita quando stretta nelle consuete tutine aderenti sfoggiò un decolté mozzafiato che per quei tempi rappresentò uno scandalo e per noi quasi adolescenti la scoperta di un mondo erotico, di cui si parlava solo tra amici. L’altro aspetto che forse mi ha sempre fatto preferire Roberta a tutte, è che era romagnola e il suo vero cognome Pelloni – come Stefano Pelloni il Passator Cortese – era la quintessenza della romagnolità.
Ho scritto, che prima di essere soubrette la giovane Carrà, che veniva dal mitico Centro Sperimentale di Cinematografia, recitò in diversi film. Quello che credo sia più rilevante è stato I Compagni di Monicelli. Ebbe anche un’esperienza americana in una pellicola con Frank Sinatra. I primi anni ’60 non credo che siano stati anni particolarmente agevoli dal punto di vista professionale… accettò anche piccole parti come quella di Costanza De Mauriac, nel 1965, in Scaramouche, al fianco di Domenico Modugno (che all’epoca era popolarissimo).
Scrivo di lei perchè, molto casualmente, ho visto un vecchio episodio di una serie degli anni ’70 che adoravo (e che si trova pressochè integralmente su Youtube): Arsenio Lupin.
Nell’episodio 8, La donna dai due sorrisi, il Ladro Gentiluomo è in trasferta a Roma e incontra una giovane e affascinante soubrette, che, devo dire, non se la cava così male, anche se la parte è veramente disegnata ad hoc per lei. (Questo la dice anche lunga sull’accuratezza che c’era nelle produzioni televisive di quel periodo).
Ho trovato curioso e divertente che una che aveva il cognome del “Ladro gentiluomo” di Romagna, che rubava ai ricchi per dare ai poveri, avesse abbandonato per un tratto la strada che aveva scelto nella sua carriera (quella di fare la cantante, soubrette e presentatrice) per apparire da attrice accanto ad una altro Robin Hood: quello francese, per altro facendo anche la parte – a sua volta – di una ladra.
Se qualcuno ha voglia di vedere tutto l’episodio è qui… Ma consiglierei di vedere prima i primi due, per entrare nei ritmi dei primi anni ’70.
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