L’Artista (di Paolo Ruffini)

Mag 20, 15 L’Artista (di Paolo Ruffini)

Paolo Ruffini

Giornalista e Direttore di rete

La nostra prima volta. Credo fosse quando era direttore del Giornale Radio, ora noto come GR. L’ho sempre molto stimato, soprattutto per il suo stile e la sua sobrietà.

L’artissta

Sermoneta, 2014

La foto. Secondo me è un attore, ma io lo trovai meraviglioso in questa sua finzione scenica. Sermoneta è un posto bellissimo.

 

Sermoneta, LT, 2014

Sermoneta, LT, 2014

Quanti anni avrà? E cosa sta guardando?
Non è giovane, no. Nemmeno vecchio.
Invecchiato, forse. Dalla vita.
Sembra uscito da un quadro di Caravaggio.
Dritto sul busto. Immobile. Sotto un arco di pietre antiche.
Avvolto nei suoi vestiti e nei suoi pensieri.
Nelle troppe cose che ha visto, e che devono essergli rimaste dentro.
Non guarda. Pensa. O forse cerca qualcosa, al di là dello sguardo, da imprimere nella memoria. Sua e di chi invece guarda lui.
Non parla, tace.
Chi sa cosa hanno visto i suoi occhi. E cosa porta nella tracolla, tra le sue cose.
Quello che vede non lo sa dire. Chiuso nei suoi pensieri. Svuotato e poi riempito dai suoi pensieri; e della sua arte. Trasformato dalle cose che ha visto.
Lascia che a parlare siano le immagini, quelle che ha dipinto; e quella che ha costruito di sé, invecchiandosi. Come questa che lo ritrae assorto.
Foto di un artista. Un maestro dunque.
Maestro di cosa? Di domande più che di risposte.
Di silenzio più che di parole.
Non so perché ma vedendolo mi tornano in mente le parole che Vassily Grossman mette in bocca al vecchio Ikonnikov prigioniero in un Lager, in Vita e destino: “In che cosa consiste il bene? A chi lo si fa? E chi o fa? Nel corso dei millenni le teorie dei maestri dell’etica e della filosofia hanno portato a una limitazione del concetto di bene…Il bene dei primi cristiani, il bene degli uomini tutti venne sostituito dal bene dei soli cristiani, a cui si affiancava il bene dei mussulmani, degli ebrei. Passarono i secoli, e il bene dei cristiani si scisse nel bene dei cattolici, e dei protestanti e degli ortodossi…Poi è toccato al bene dei ricchi e a quello dei poveri, e in fine al bene dei gialli, dei neri, dei bianchi. E così scissione dopo scissione sono nati il bene di una setta, di una razza, o di una classe; e coloro che si trovavano oltre la linea chiusa del cerchio non ne erano parte…”