La grande attesa (di Paolo Fedeli)
Ago 26, 15
Paolo Fedeli
Portavoce
La nostra prima volta. A Bologna, nel 1982. Si è costruito una fama di jettatore che alimenta con ironia e comicità. Ma quando incontrò la delegazione messicana e disse: “Nel vostro paese qualcosa si muove” e due giorni dopo un terremoto causò 20 mila morti, ha esagerato.La grande attesa
New York, 2012
La foto. Passerei un mese nelle metropolitane di New York, di Parigi, di Londra, di Mosca… non ci sono posti più narrativi della metropolitana.
Aspettare lo stesso treno, magari andando nello stesso luogo.
Ma non parlarsi, ignorarsi. Neanche scambiare un’opinione oppure un’informazione.
Ognuno con la sua storia, i suoi percorsi, i suoi problemi, i suoi sogni, le sue sconfitte.
Ognuno prigioniero del suo compagno di viaggio, il proprio microcosmo: lo smartphone, il tablet, l’ipod, la bottiglia di Coca Cola…
Sembra la sinistra, quella sinistra che abbiamo finora conosciuto: sempre frammentata, spesso litigiosa o rancorosa, talvolta poco generosa.
E sempre, questo si, in attesa dell’attesa.
Sarebbe proprio ora che arrivasse questo benedetto treno, anche se in ritardo…
Ognuno con la sua storia, i suoi percorsi, i suoi problemi, i suoi sogni, le sue sconfitte.
Ognuno prigioniero del suo compagno di viaggio, il proprio microcosmo: lo smartphone, il tablet, l’ipod, la bottiglia di Coca Cola…
Sembra la sinistra, quella sinistra che abbiamo finora conosciuto: sempre frammentata, spesso litigiosa o rancorosa, talvolta poco generosa.
E sempre, questo si, in attesa dell’attesa.
Sarebbe proprio ora che arrivasse questo benedetto treno, anche se in ritardo…
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